Un lungo trekking ad anello, percorso in 5 giorni di cammino tra monti, valli e laghi, nel Parco Naturale Mont Avic, uno tra i più belli e selvaggi parchi naturali della Valle d’Aosta.

 1° Tappa :(Veulla m 1300 --> Rif. Barbustel m 2200)

 Raggiunta la località di Covarey (m 1294 slm), si può visitare il Centro (Museo) del Parco Naturale Mont Avic e studiare i dettagli del Tour che si è in procinto di percorrere.

All’interno della palazzina, si possono vedere grandi cartelli esplicativi del Parco e prelevare dépliants e documenti vari. Qui è sempre presente il personale del Parco a cui ci si può rivolgere per informazioni.

Nei pressi del Centro, sotto un’ampia tettoia, è possibile dare uno sguardo al plastico dell’intero territorio del Parco (in scala 1:5000).

Merita effettuare una breve sosta davanti a questo plastico per avere una più approfondita visione della morfologia dell’intera area e delle zone da attraversare.

Con pochi passi sulla strada asfaltata, si supera il grande complesso dell’Hotel Parc Mont Avic, unico albergo in zona, e si raggiunge il borgo antico di Veulla (m 1300 slm), dove la strada carrozzabile termina in un piccolo parcheggio.

Da qui partono vari sentieri per le diverse zone del Parco.  Per iniziare il cammino sul percorso proposto, si prende la sterrata con il segnavia n.6 fino a raggiungere la località Magazzino (m 1461 slm), dove ci sono altre deviazioni di sentieri.

Si tralasciano le tracce dei sentieri n.6 per il Lac Gelé e quelle n.7A per l’alpeggio Praz Oursie (m 1794 slm)(oggi con funzioni di B & B), si piega a sinistra, attraversando il torrente Chalamy, e si segue il sentiero n.5C per il Lac de Servaz e il rifugio Barbustel.  Si incomincia a salire all’interno della foresta di pino uncinato su molti tornanti e si raggiungono le costruzioni dell’alpeggio di Servaz Désot (m 1540 slm).

Poco oltre l’alpeggio, una breve deviazione conduce nei pressi del torrente Chalamy e vicino alla zona dell’Antico Altoforno di Servaz (m 1550 slm).

Si consiglia di effettuare questa breve deviazione per visitare i ruderi dell’antico edificio, memoria della importante attività mineraria di quest’area: qui infatti fino a metà del 1800 fondevano i minerali di magnetite, provenienti dalle miniere del Mont Avic.

In questa zona la bellezza dell’ambiente circostante è notevole: si possono ammirare bellissimi scorci sulle foreste, sul Mont Avic e sulle cascate del torrente Chalamy.  Ritornati alla traccia del sentiero n.5C, si abbandona l’alpeggio Servaz Désot e si riprende a salire nella foresta.

Finalmente, il percorso spiana leggermente e si arriva sulle sponde del Lac de Servaz (m 1801 slm), situato in una vasta zona prativa circondata dagli alberi e da alti monti.  Normalmente, in uno di questi prati, si fa la sosta pranzo.

Si riprende il cammino, con direzione sud, risalendo un ripido costone roccioso che permette di raggiungere un piccolo altopiano su cui si incontrano le strutture dell’alpeggio Coucy (m 2059 slm).

Su questo altopiano, in tarda primavera, si può scorgere un piccolo lago effimero le cui acque, raccolte qui dopo il primo disgelo, si disperdono in estate.  Si supera l’alpeggio e si affronta un nuovo tratto di sentiero ripido che permette di superare una balza rocciosa.  Al di sopra di questa, si raggiunge la conca che racchiude i primi laghi importanti della zona: il Lac Blanc (m 2132 slm) e il Lac Noir (m 2150 slm).  Ancora pochi passi in salita e si raggiunge il Rif. Barbustel (m 2200 slm), situato su un piccolo poggio, a poca distanza dal Lac Vallet (m 2170 slm).  Se si vuole pernottare al rifugio (apertura: 15 giugno-15 settembre), conviene effettuare una prenotazione presso il gestore, attualmente: Naldo Finco, tel. rifugio: 0166-510001, tel. abitazione: 0125-804604, cell.: 347-7892089.

2° Tappa : (Rif. Barbustel m 2200 --> Bivacco Borroz m 2145)

Si parte dal rifugio Barbustelseguendo il sentiero n.5C, in direzione della zona dei laghi.

Si scende leggermente dal rilievo dove è presente il rifugio e si raggiunge il ponte che supera il corto imissario del Lac Blanc (m 2132 slm), che è anche l’emissario del Lac Noir (m 2150 slm).

Si riprende a salire attraversando una balza rocciosa, rivestita da una popolazione di licheni riccamente colorati.  Durante la salita, appaiono maggiormente definite le sagome dei molti laghi di questa zona e delle conche che li contengono, in particolare quella del Lac Cornu (m 2172 slm) che appare, visto dall’alto, con una silhouette particolare.

Si continua la salita che in questa zona non è mai ripida e difficile, si superano alcuni piccoli ruscelli su altrettanti ponti in legno, e si arriva ad un piccolo pianoro sotto le creste del Mont Ours (m 2717 slm) (monte che presenta vie di arrampicata), fino a raggiungere i ruderi dell’alpeggio Pésonet (c. m 2300 slm).  Si superano le baite diroccate dell’alpeggio e si attraversa il pianoro erboso, sovente ricco d’acqua stagnante - quasi come una torbiera - a causa della grande quantità che piccoli corsi d’acqua riversano a valle dalle sovrastanti bastionate rocciose che sorreggono il Grand Lac e ci si avvicina alla gradinata rocciosa che occorre superare per raggiungere il lago più importante e grandioso del Parco.  Dopo il superamento di un altro piccolo ponte, si riprende il cammino in salita, questa volta su un sentiero roccioso con sassi sistemati come gradini.  Questo percorso attraversa una zona molto bella e selvaggia e transita vicino all’emissario del Grand Lac che, scendendo verso valle, forma alcune cascate con una portata d’acqua molto variabile nei vari mesi dell’anno.  Nella parte alta, si possono ancora trovare alcuni nevai a inizio estate, con molta neve.  Si raggiunge infine la vasta conca che sorregge il Grand Lac (m 2492 slm), uno dei più grandi laghi naturali della Valle d’Aosta (spesso semi-gelato), che si allarga sotto le pareti nord della Gran Rossa (m 2865 slm) e del Mont Glacier (m 3186 slm), quest’ultima cima rappresenta la vetta più alta del Parco.  Si segue il lungo bordo del lago verso ovest e si risale leggermente un nuovo altopiano, conosciuto come Gran Betassa (c. m 2520 slm), fino a raggiungere un Rifugio della Guardia Forestale, dedicato a Paolo Verthuy.  In questa zona ci sono diverse deviazioni di sentieri che si dirigono sia a nord: verso il Lac Gelé (m 2595 slm), sia a sud: verso il Colle della Gran Rossa (m 2766 slm), sia a est e a ovest, direzioni che sono state scelte in questo trekking.  Si aggira la costruzione e si riprende a salire, in una nuova zona ricca di laghi grandi e piccoli, disposti su quote differenti: si bordeggiano e si superano in successione i Lacs de la Leità (m 2538 slm), i Lacs du Col Medzove (m 2570 slm) e i Lacs du Mont Glacier (c. 2580 - 2590 slm), questi ultimi quasi sempre ghiacciati poichè sono situati proprio sotto le bastionate nord del Mont Glacier che incombono su tutta questa zona e sul Grand Lac.

La salita termina al Col de Medzove (m 2613 slm), zona di possibile sosta pranzo, dove si conclude la prima parte di questa tappa, con una nuova e grande visione sull’ambiente di fronte, quello con le svettanti cime del Mont Rafray (m 3146 slm) e della Tersiva (m 3513 slm), del sottostante Lac de Margheron (m 2377 slm) e del Col de L’Etsely (m 2812 slm), successiva meta del cammino di questa giornata.

Sempre con direzione ovest, si scende dal colle inizialmente tra pietraie e poi su uno stretto sentiero, con segnaletica n.4, che conduce verso il fondo del Vallone di Savoney, un alto vallone secondario che si innesta nella più lunga e importante Val Clavalité.

Il Vallone di Savoney è occupato dal Lac de Medzove, più conosciuto come Lac de Margheron (m 2377 slm).  Su un piccolo balzo roccioso, vicino al bordo est del lago, ci sono alcune baite dell’alpeggio Medzove (m 2389 slm), tra cui un altro "casotto", usato dalla Forestale come proprio rifugio e il sentiero che scende verso l’innesto con la Val Clavalité gli passa accanto.

Per proseguire sull’itinerario programmato, conviene non arrivare ai bordi del lago ma superare, a monte, i suoi immissari formati da molti corsi d’acqua che si aprono la strada tra pietraie e praterie.

Risalendo sui prati a ovest del lago, si raggiungono le tracce del sentiero n.4A che risalgono le pietraie all’interno di un ripido valloncello che si sviluppa proprio sotto le rocciose pareti orientali del Mont Rafray (m 3146 slm).  Si inizia una nuova salita sul sentiero n.4A e si prende quota sfruttando numerosi tornanti, mentre il panorama si allarga all’orizzonte facendo emergere in lontananza, verso nord, le cime più famose di questa porzione delle Alpi, incluso il Cervino.  Superando piccoli nevai persistenti in quota, si tocca finalmente il piccolo intaglio del Col de l’Etsely (m 2812 slm), che si apre sotto la cresta sud del Mont Rafray.  Qui termina la seconda parte di questa escursione giornaliera, mentre si apre un nuovo scenario verso la sequenza di monti che dividono la Valle di Champorcher dalla Val Clavalité e dalla Valle di Cogne, con la triangolare mole della Tersiva (m 3513 slm) che svetta su tutte le altre.

3° Tappa : (Bivacco Borroz m 2145 --> Rif. Dondena m 2192)

 Dopo una sosta ristoratrice e dopo aver scattato belle foto sulle cime circostanti, si abbandona il Col de l’Etsely e si riprende il cammino sul sentiero che, in leggera salita, si dirige verso il Col Fussì e il Mont Glacier.  Dopo poche centinaia di metri, si incontra un bivio di sentieri; qui si abbandona la traccia finora seguita che continua in salita verso sud e si piega a destra (ovest) iniziando la discesa sul sentiero n.5.

Si cammina su questo sentiero che scende, con molte svolte attraverso pietraie e praterie, dirigendosi verso la parte alta della Val Clavalité, che confina con l’inizio della Comba Tersiva: l’ultimo vallone che conduce verso i colli che consentono il passaggio verso le Valli di Champorcher e di Cogne.

Si continua la lunga discesa, incontrando altre connessioni di sentieri e, alla quota di c. 2434 m., si raggiungono i casolari del Tramouail de l’Echellier, dove inizia anche una larga sterrata che collega questa zona al fondovalle.

Al momento dell’effettuazione dell’escursione qui descritta, in questa località e lungo la sterrata sono stati notati lavori in corso.

Finalmente, la discesa termina al nuovo bivacco E. Borroz Rotary Clavalité (m 2145 slm), eretto dal Rotary Valle d’Aosta eretto nel 2005 proprio all’inizio della Comba Tersivae alla testata della lunga Valle Clavalité, in ricordo dell’alpinista locale Egidio Borroz.  Il bivacco è in autogestione e occorre trasportare nello zaino i viveri necessari per la cena, anche se nella cassapanca e nei mobili della cucina si possono trovare dei cibi di "sopravvivenza" e anche qualcosa di più.

In questo nuovo e confortevole bivacco, con l’interno in legno, sono disponibili sia la luce elettrica che il gas per cucinare e per fare la doccia con acqua calda.  La zona notte è tutta costruita in legno massiccio ed è dotata di 20 comodi letti, disposti a castello su due livelli.

4° Tappa :(Rif. Dondena m 2192 --> Rif. Barbustel m 2200)

Si riparte dal Rifugio Dondena (m 2192 slm), si continua il cammino lungo la sterrata ancora indicata col n.7C e si raggiunge l’antico borgo di Dondena (m 2107 slm).  Appena lasciato l’abitato (che contiene alcuni ruderi di case) lungo un breve tratto sulla carrareccia, si lascia il tracciato principale che scende, sempre con numerazione 7C, verso la località La Cort (m 1800 slm) per poi raggiungere il capoluogo di Champorcher (m 1427 slm), per prendere invece il sentiero n. 9D che sale verso sinistra sul lato orografico sx della Valle di Champorcher.

Si procede in salita lungo diversi tornanti e si raggiunge un altopiano sotto le pareti est del Mont Glacier e sotto il versante sud della Gran Rossa (m 2842 slm) e del relativo Colle dove si incontrano altri laghi.  Il primo di questi è il piccolo Lac de Giasset (m 2309 slm) che si trova allungato in una conca sassosa sotto il Colle de Raté.

Si lascia il Lac de Giasset e si risalgono, con alcuni tornanti, i 100 metri di dislivello che lo separano dal Colle de Raté (m 2407 slm, o Col Raty), sulla cui sommità merita di sostare per ammirare un vasto panorama sulla valle e sui monti circostanti, soprattutto su quelli che dividono questa zona dalla Valle di Cogne e dalla Val Clavalité da cui si è provenuti.

Si continua il cammino verso est, scendendo dal colle e si raggiunge una nuova valle sospesa nel cui centro è raccolto il Lac de Raté (m 2283 slm, o Lac Raty), attorniato da molti fiori.

Lo si contorna sulla destra, si supera il bivio per il sentiero n.9A che scende all’alpeggio di Sapy (m 1979 slm, o Chapy) e quindi alla sterrata per La Cort, e si risalgono le brevi bastionate di questo vallone, passando accanto a varie baite.

Con direzione est e ancora seguendo il sentiero n.9D, si risalgono le sponde prative di questo vallone per affacciarsi in uno nuovo che contiene il Lac Vernouille (m 2125 slm), il più grande di tutti quelli presenti in questo versante pedemontano della Valle di Champorcher.

Si continua il cammino contornando anche questo lago e si risalgono le sue sponde orientali, superando le baite con lo stesso nome e raggiungendo una nuova bastionata rocciosa, conosciuta come Costa Vernouille.  Sulla sua sommità, e di fronte a chi giunge fin qui, appare la zona montuosa e valliva maggiormente conosciuta dagli escursionisti: quella che contiene il Lac Muffé e i sentieri che, dalla località La Cort, conducono verso i passi di Col de Lac Blanc e Col de la Croix.

Ancora una volta si riprende a scendere ripidamente in un nuovo valloncello anch’esso contenente un altro piccolo lago senza nome.

Da qui, seguendo il sentiero n.9D, inizia un percorso ondulato sempre in direzione est che attraversa una serie di valloncelli con i relativi corsi d’acqua.

Dopo un breve tratto di cammino, si incontra un importante bivio di sentieri e si deve prendere la variante a sinistra, a nord-est, che conduce verso il Lac Muffé.

In breve, si raggiunge la conca che racchiude il Lac Muffé (m 2070 slm)e, sui suoi bordi occidentali, si incontra finalmente il sentiero n.10 che prende a salire verso nord in direzione del Col de Lac Blanc, la nuova meta di questa escursione.

Si abbandonano le sponde del Lac Muffé sulle quali, alla data di queste note, si stanno innalzando nuove costruzioni tra cui un omonimo bar-ristorante, e si riprende il cammino sul sentiero n.10 con direzione nord, affrontando l’ultima salita.

Si supera il bivio per il Col de la Croix che si dirige verso un valico più a est, e si continua la salita affrontando gli ultimi tornanti.

Dopo aver superato i circa 300 metri di dislivello dal Lac Muffé, si raggiunge il Col de Lac Blanc (m 2309 slm) che rappresenta la "porta" d’accesso al Parco Naturale Mont Avic dal versante della Valle di Champorcher ed è anche un buon punto panoramico a 360° sui monti circostanti e, soprattutto, su quelli all’interno del Parco.

Sempre con direzione nord, si scende velocemente dal colle sul sentiero roccioso che ora è segnalato con il n.5, e si ha una bella visione dall’alto sul Lac Vallet (m 2170 slm) prima di raggiungere il rif. Barbustel (m 2200 slm) e chiudere così il grande anello in quota.

5° Tappa :(Rif. Barbustel m 2200--> Veulla m 1300)

Dopo aver fotografato i monti e i laghi attorno a questa bella struttura, si abbandona definitivamente il Rifugio Barbustel e si segue il sentiero n.5 che inizia proprio alle spalle e a est del rifugio stesso.

Con un breve tratto di cammino, si arriva alle sponde del penultimo lago tra i moltissimi conosciuti in questa lunga escursione: il Lac Vallet (m 2170 slm), un piccolo e bellissimo specchio d’acqua che riflette il verde degli alberi e dei prati circostanti ma che fa da ribalta alle più lontane vette del Cervino e del Monte Rosa.

Si contorna il lago e si superano i diversi corsi d’acqua che scendono dalle cime di questa parte del Parcosu un ponte, portandosi poi più verso est a ridosso delle bastionate della Côte Mouton che scende dal Mont Grimon (m 2520 slm).

Si segue e si contorna questo costone roccioso, si transita vicino a piccole aree palustri ridotte a torbiera e si raggiunge una zona eccezionalmente panoramica dove il sentiero, divenuto molto stretto, supera un ponte in legno e poi si avvicina ad una parete molto ripida che rappresenta il termine della costa rocciosa verso valle.

Proprio da questo punto si ha un bellissimo panorama verso le cime del Parco e verso i gruppi del Cervino e del Monte Rosa. Camminando sullo stretto sentiero su molti tornanti, si incomincia a scendere ripidamente aggirando la costa rocciosa ed entrando così in un valloncello che contiene il Lac Leser.  In breve, si raggiungono il bordi del piccolo Lac Leser (m 2000 slm) che risplende in una conca pietrosa, con presenza di tratti di nevaio, sotto le pareti nord del Mont Pertsé o Mont Percé (m 2408 slm), che presenta svettanti guglie curiose.  Dopo una sosta al lago, si riprende la discesa sul sentiero n.5 e si raggiungono alcune belle praterie nella zona delle baite dell’alpeggio Leser Dèsot (m 1778 slm).

A valle dell’alpeggio e prima di entrare di nuovo nella foresta di pino uncinato, si incontra una più ampia zona di torbiera che viene segnalata da cartelli segnaletici e dove una passerella permette di inoltrarsi un po’ in questa area senza sprofondare.  Si continua la discesa entrando nella foresta che avvolgerà l’escursionista fino al termine del cammino.  Si seguono moltissimi tornanti all’interno di un ambiente lussureggiante con molti alberi e fiori, dove il rododendro ferruginoso fa la parte del padrone.  A circa un terzo della discesa nel bosco, si incontra il bivio col sentiero n.4 che scende, a destra, verso est più a valle rispetto a Veulla di Covarey e raggiunge la strada provinciale nei pressi della località di Barbustel (c. m 1200 slm).  Si tralascia il sentiero n.4 e si prosegue, leggermente a sinistra, nel bosco sempre più fitto.

Al termine della discesa si raggiungono le sponde del torrente Chalamy che scende a valle spumeggiando e lo si attraversa su un ponte in ferro.

Al di là del ponte, si arriva in una zona di pesca sportiva che si inoltra su questo lato del torrente (sulla sua sinistra orografica) e si notano cartelli esplicativi.  Si prosegue in leggera salita in una zona prativa e si raggiunge la larga sterrata pianeggiante dove la palina segnaletica indica la fine (e inizio) del sentiero n.5.  Si piega a destra (est) sulla sterrata e si percorre l’ultimo tratto di cammino pianeggiante con tranquillità e rilassatezza, fino a raggiungere Veulla (m 1300 slm), la meta finale dell’escursione giornaliera e anche dell’intero trekking.

Con pochi passi, si raggiunge il piccolo borgo e si cammina tra le stradine tra le basse case fino alla piccola e bianca chiesa.  Dalla chiesa si raggiunge velocemente il piazzale di sosta dell’auto.  Si può festeggiare il completamento di questo lungo e bellissimo trekking con uno spuntino al bar dell’Hotel Parc Mont Avic a Covarey, poco più in basso oppure, se si hanno ancora gambe e fiato, si può chiudere in bellezza il trekking con la salita della vicina e breve Via Ferrata di Covarey.

Testo di Enea Fiorentini