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Partenza:  Piazzale Roma ore 6.30,   Mestre – Hotel Russott (ex Ramada) ore 6.40.
Punto di partenza: Località Cappuccetto Rosso - Imèr (TN) (675 m).
Dislivello:  850 m. circa.
Tempi medi di percorso:  ore 5 circa.
Equipaggiamento: Normale da escursionismo, bastoncini, scarponi, zaino, abbigliamento consono alla stagione.
Cartografia:  Carta Tabacco 1:25.000  Fg. 023 – Alpi Feltrine - Le Vette - Cimònega.


ITINERARIO

Partendo da Imèr (località Cappuccetto Rosso - 675 m.), si prende la vecchia mulattiera in direzione Vederna.  In costante salita, in circa mezz’ora, si raggiunge il Capitel della Pausa (882 m.).  L’edicola è dedicata alla Madonna del Caravaggio. A quota 965 m., in località Cristo dei Noni, si allaccia a sinistra il più recente sentiero n° 936, che sale invece dalla Val Noana.
Superati i Masi di S. Paolo (1011 m.), la strada continua a salire più decisamente lungo la Val Caora, arrivando alla piccola cascata del “Elsalton”, che si getta dall’alto di una forra rocciosa. Qui la mulattiera compie una stretta curva a destra (un crocifisso) e poi corre dentro una galleria per alcuni metri prima di uscire in una cengia rocciosa, percorsa la quale ci si trova sopra alla cascata. Proseguendo nel bosco si arriva ad una selletta prativa con una sorgente, dove una curiosa scritta invita a bere per campare cent’anni! In leggera salita si raggiunge poi un bivio a quota 1250 m., con un altro crocifisso, che indica a destra per la “Croce degli Alpini”, direzione che prenderemo per andare a visitare gli “Stoli di Morosna” (tunnel militari), che si raggiungono dopo una tranquilla traversata in costa. Questo avamposto era utilizzato come seconda linea di difesa durante la Grande Guerra del 1915-1918, nel caso di rottura del fronte da parte delle truppe austro-ungariche sui Lagorai.  L’artiglieria allocata a Morósna non fu però mai utilizzata durante la Grande Guerra. Dai due tunnel principali degli Stoli c’è una vista fantastica sulla vallata del Primiero e sulle Pale di San Martino, ma merita di essere visitato anche l’Osservatorio che si trova sopra le gallerie. Terminata la visita si prospettano due alternative: o proseguire l’anello in senso antiorario lungo la strada militare per giungere facilmente al pianoro prativo della Vederna, o ritornare brevemente indietro per salire quindi a destra sulla Cima del “Colaz”, in località “Stomeghina”, il punto più alto della Vederna. Qui è posta la Croce degli Alpini eretta nel 1961 in larice e poi dal 1984 sostituita con un traliccio di metallo e illuminata di notte.  Misura 22 m. in altezza e 8 m. complessivi in larghezza. Dai qui poi si scende a raggiungere tutti gli altri alle Vederne. Il luogo è affollato di caratteristici fienili oggi ristrutturati ed abitati, con la chiesetta della Madonna della Neve e più decentrato il Rifugio Vederna.  Il bar e il ristorante del rifugio sono aperti durante la stagione estiva. É curioso apprendere che l’Alpe Vederna segue ancora le regole del maso chiuso, secondo cui cioè solo il primogenito maschio può ereditare l’alpeggio.  Ciò serve ad evitarne il frazionamento garantendone l’integrità. Il rientro avviene chiudendo l’anello in senso antiorario fino al bivio a quota 1250 m. incrociato all’andata e quindi in discesa per la strada percorsa in salita.

 

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